“Cara Emi, sono le 5 del mattino. Lettere dal set”, di Vittorio de Sica

La mia recensione al volume curato da Alberto Crespi che è stato  presentato il 30 giugno alla Libreria Coop Ambasciatori​ di Bologna, come quinto incontro de “Il cinema ritrovato all’Ambasciatori – 8 libri di Cinema sotto le Stelle”.

 

“Dalla finestra dell’appartamento Gregoretti, il cielo si annuvola. E penso a te che invece aspetti il sole. Lo aspettiamo anche noi per poter girare la scena.”

desicaCara Emi, sono le 5 del mattino… raccoglie una scelta dalle lettere che Vittorio De Sica inviò alla figlia maggiore Emi tra il 1960 e il 1970 durante la lavorazione di quattro film: “La ciociara”, “Ieri, oggi e domani”, “Matrimonio all’italiana”, e “I girasoli” (girato in Russia), per sopperire alla distanza che gli impediva di incontrarla.

Questi testi, scritti in linguaggio colloquiale ma efficacissimo, non costituiscono solo la testimonianza del legame che legava padre e figlia – quest’ultima la sola persona con cui De Sica poteva sfogarsi delle frustrazioni causate dai grandi e dai piccoli problemi che si presentavano quotidianamente sul set che ogni sera le raccontava – e di conseguenza anche un dettagliatissimo diario di lavorazione, di sicuro interesse per ogni appassionato di storia del cinema; il vero valore del volume è nello squarcio che esso offre sulla personalità di De Sica che si rivela in questi messaggi.

Un grande professionista, innanzitutto, capace di tener sotto controllo una macchina complessa e affrontare imprevisti di ogni genere – dalla volubilità meteorologica che lo induce a chiedersi se Dio non ce l’abbia con chi fa cinema, agli errori dei tecnici o dei laboratori di sviluppo e stampa che lo costringono a rigirare una sequenza, alle idiosincrasie di attori grandi e piccoli che lo costringono a ripetere più volte le scene prima di ottenere un risultato che si avvicini a quello voluto; in ogni circostanza saldamente al comando, salvo occasionalmente sbottare in una parolaccia di cui si pente subito.

Un artista, profondamente rispettoso della professionalità dei propri collaboratori – in più occasioni traspaiono la grandissima stima per Sophia Loren come persona e come attrice, e la grande amicizia nei confronti di Mastroianni, anche quando questi lo fa penare con la sua volubilità – ma insofferente all’insincerità o alla presunzione che talvolta gli capita di constatare nei suoi colleghi.

Ma soprattutto un uomo generoso, affabile, sempre disponibile, sempre attento alle persone che lo circondano e che lavorano con lui o che gli capita di incontrare, anche in situazioni “difficili” come quella di un carcere; e tratteggiate in brevi ed efficacissimi bozzetti, piccoli ritratti talvolta ironici o surreali ma comunque rispettosi dell’umanità dei suoi interlocutori – anche quando questi non lo meriterebbero.

Per chi ancora ricorda le ultime apparizioni del regista in pubblico o in televisione, Cara Emi… sarà un’occasione per riascoltare la voce di un vecchio amico; per chi ancora non la conosce, la possibilità di scoprire la profonda e autentica umanità di un grande artista che nel proprio Paese non ha sempre avuto i riconoscimenti che meritava.

 

Vittorio De Sica
“Cara Emi, sono le 5 del mattino…” Lettere dal set
a cura di Alberto Crespi
Laterza, 2014